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Sinfonia (nota dell'autore)

Sinfonia
per otto voci e strumenti (1968-1969)
Testi di Claude Lévi-Strauss e Samuel Beckett

I.
II. O King
III. In ruhig fließender Bewegung
IV.
V.

Il titolo di Sinfonia non vuole suggerire analogie con la forma classica; va piuttosto inteso etimologicamente, come il «suonare insieme» di otto voci e strumenti oppure, in senso più generale, come il «suonare insieme» di cose, situazioni e significati diversi. Infatti lo sviluppo musicale di Sinfonia è sempre fortemente condizionato dalla ricerca di un equilibrio e spesso di una identità fra voce e strumento, fra parola detta o cantata e la totalità della struttura sonora. È per questo che la percezione e l’intelligibilità del testo non sono mai date per scontate ma sono invece parte integrante della composizione, ed è per questo che i vari gradi di comprensione del testo così come l’esperienza stessa del «quasi non capire» vanno considerati essenziali alla natura stessa del processo musicale.
I. Il testo della prima parte è costituito da una serie di brevissimi frammenti da Le cru et le cuit di Claude Lévi-Strauss, tratti in particolare da quelle parti del libro dove l’autore analizza la struttura e la simbologia dei miti brasiliani sull’origine dell’acqua e di altri miti caratterizzati da somiglianze di struttura.
II. La seconda parte di Sinfonia è un tributo alla memoria di Martin Luther King. Le otto voci si rimandano semplicemente i suoni che costituiscono il nome del martire negro fino alla enunciazione completa e intelligibile del suo nome.
III. Il testo principale della terza parte è costituito da frammenti tratti da L’Innommable di Samuel Beckett (nella versione inglese), che generano a loro volta un gran numero di riferimenti e di citazioni «quotidiane».
IV. Dopo un breve riferimento all’inizio del quarto movimento della Seconda Sinfonia di Gustav Mahler, il testo della quarta parte mima, piuttosto che effettivamente enunciare, frammenti verbali tratti dalle parti precedenti.
V. Il testo della quinta parte, infine, riprende, sviluppa e completa i testi delle parti precedenti dando soprattutto sostanza narrativa e continuità a quei frammenti tratti da Le cru et le cuit che nella prima parte erano stati enunciati come semplici immagini poetiche.
La terza parte di Sinfonia richiede un commento più dettagliato perché è forse la musica più «sperimentale» che abbia mai scritto. Si tratta di un omaggio a Gustav Mahler (la cui opera sembra talvolta portare sulle spalle il peso della storia della musica di questi ultimi due secoli) e, in particolare, al terzo movimento, lo Scherzo, della sua Seconda Sinfonia («Resurrezione»). Mahler sta alla totalità della musica di questa terza parte come Beckett sta alla totalità del testo. Il risultato è una specie di viaggio a Citera compiuto appunto a bordo dello Scherzo della Seconda Sinfonia. Il movimento mahleriano è trattato come un generatore (e anche come un contenitore) da cui proliferano un gran numero di personaggi e di caratteri musicali che vanno da Bach a Schönberg, da Brahms a Strauss, da Beethoven a Stravinsky, da Berg a Webern, a Boulez, a Pousseur, a me stesso e altri. I diversi caratteri musicali, sempre integrati al flusso del discorso mahleriano, si combinano assieme o si trasformano - come avviene con quegli oggetti e quelle fisionomie familiari che, poste in una prospettiva, in un contesto e in una luce nuova, acquistano improvvisamente un senso diverso. La combinazione e l’unificazione di caratteri musicali spesso estranei fra loro è forse la motivazione principale di questa terza parte di Sinfonia, di questa meditazione su un objet trouvé mahleriano.
Dovendo descrivere la presenza dello Scherzo di Mahler in Sinfonia, l’immagine che mi viene spontaneamente alla mente è quella di un fiume che scorre in un paesaggio continuamente cangiante e che talvolta scompare per riemergere in altro luogo, completamente differente. A volte il suo percorso è molto evidente, altre volte è confuso; a volte è presente come forma completamente riconoscibile, altre volte come un insieme di piccoli dettagli perduti nella selva circostante di presenze musicali.
Le cinque parti di Sinfonia sono, all’apparenza, estremamente diverse fra loro. Spetterà alla quinta e ultima annullare quelle differenze portando alla luce e sviluppando l’unità latente delle parti precedenti. Nella quinta parte trova infatti una conclusione il discorso iniziato nella prima: in essa confluiscono anche tutte le altre parti, sia a frammenti (terza e quarta) che per intero (seconda). La quinta parte può essere dunque considerata come una vera e propria analisi di Sinfonia, condotta però col linguaggio e con i mezzi della composizione stessa.
Sinfonia, composta per il 125° anniversario dell’Orchestra Filarmonica di New York, è dedicata a Leonard Bernstein.

Luciano Berio

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