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Recital for Cathy (nota dell'autore)

Recital for Cathy
per mezzosoprano e diciassette strumenti (1972)

Il progetto di Recital for Cathy risale al 1966. Realizzato nel 1972, Recital non è solo un omaggio alla cantante che forse più di ogni altra ha contribuito a una concezione globale, non specialistica della vocalità contemporanea ma è anche un commento agli ingredienti, più o meno ovvi, della situazione «recital».
Musicalmente e drammaturgicamente gli elementi che costituiscono Recital sono molto eterogenei e vengono trattati e sviluppati in maniera autonoma. Non sono cioè sempre coordinati organicamente ma, più spesso, sono semplicemente giustapposti. C’è il dialogo interiore della solista, parlato e cantato (il testo parlato è mio e fa occasionalmente riferimento a testi di Andrea Moretti e di Edoardo Sanguineti) e ci sono le parti cantate, spesso costituite da frammenti di repertorio per la maggior parte sostituibili da altri frammenti di analoga struttura armonica; uno solo è un vero e proprio «pezzo da concerto», e viene eseguito come tale: Avendo gran disio per voce e pianoforte, composto nel 1948 su una lirica di Jacopo da Lentini. Ci sono poi parti pianistiche che formano, anch’esse, un tutto completamente autonomo, e c’è lo sviluppo strumentale affidato a una piccola orchestra. Quest’ultima ha sostanzialmente il compito di sottolineare l’eterogeneità degli elementi, di cogliere l’occasionale omogeneità dei vari livelli e di proporre una sua autonoma visione della «iconografia» musicale e drammaturgica proposta.
Le differenze e, talvolta, l’indifferenza fra i vari livelli musicali e psicologici è anche differenza di tempo in senso stretto: la solista è autonoma, ed è responsabile del suo tempo, il cronometro controlla il tempo di due pianoforti e il direttore è responsabile del tempo della piccola orchestra.

Luciano Berio

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