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Allelujah II (nota dell'autore)

Allelujah II
per cinque gruppi orchestrali (1957-1958)

Nel 1955, quando composi Allelujah per sei gruppi orchestrali (dedicato a Karlheinz Stockhausen ed eseguito in quello stesso anno a Colonia sotto la direzione di Michael Gielen), ero interessato a sottoporre una semplice sequenza iniziale a uno sviluppo quanto mai elaborato e concentrato. Ma la distribuzione dei sei gruppi orchestrali sulla scena da concerto non si rivelò acusticamente giustificabile. È per questo che fra il 1957 e il 1958 composi Allelujah II per cinque gruppi orchestrali, dove quella stessa sequenza iniziale venne ulteriormente sviluppata e dove cercai di raggiungere una maggiore omogeneità e un più profondo rapporto fra la dimensione acustico-spaziale e quella musicale.
I cinque gruppi orchestrali di Allelujah II non sono più ammassati sulla scena, ma distribuiti invece intorno al pubblico. Lo scopo, considerata la densità della partitura, è di aiutare gli ascoltatori ad avvicinarsi al lavoro da diversi punti di vista acustici, coinvolgendoli con lo sviluppo del brano in una continua, «allelujatica» espansione. Le diverse caratteristiche acustiche e architettoniche del luogo dell’esecuzione possono rendere necessarie ogni volta soluzioni nuove. Il numero delle possibili distribuzioni dei cinque gruppi è comunque limitato dai diversi gradi di relazione timbrica fra i gruppi stessi: più forte è la somiglianza timbrica, più grande deve essere la loro distanza.
Tutto, in Allelujah II, viene sottoposto a un costante processo di trasformazione. Il campo di queste trasformazioni è talmente grande e aperto che un si bemolle del flauto o dell’ottavino - che segnala il ritorno della sequenza iniziale - può essere percepito come l’unico elemento stabile, l’unico ancoraggio dello sviluppo «allelujatico».
Allelujah II è stato eseguito per la prima volta nel 1958 a Roma, con la direzione di Bruno Maderna e mia.

Luciano Berio

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